Gli alvei dei fiumi sono le rughe della Terra.
Le rughe di una Madre scavata, erosa, trafitta da un figlio in preda a se stesso.
Un figlio con Mani, dita e unghie, drammaticamente e maestosamente, umane.
Quelle che, complici, coprono la bocca a scomodi olocausti,
che, ignare, operano come uno sciagurato Re Mida
ma che, pure, dipingono, plasmano e sublimano le Arti tutte.
E sfilano dal grembo Vite nuove.
Quelle Vite di Luce che accendono gli esseri
e che illuminano, di blu notte, un salvifico Mare calmo.